Biografia
La mia storia inizia in una terra calda, circondata dal mare e sorvegliata da un vulcano.
Una terra dove crescono melanzane brune e i pomodori seccano sui tetti, grazie ai raggi roventi del sole; l’aria odora di salsedine e benzina, l’inverno è un concetto relativo e il traffico è chiassoso e denso.
La Sicilia è stata il mio ventre materno, ma mi ha cresciuta il Veneto
Il Veneto mi ha allevata con il silenzio quieto dei suoi vigneti, le balle di fieno dorate che d’estate abitano i campi, l’ordine dei borghi, la laguna e, certo, anche la nebbia, alla quale sono sorprendentemente affezionata.
Porto dentro di me questo duplice senso di appartenenza, che per quasi trent’anni mi ha spesso fatta sentire confusa su chi fossi. Oggi so di cominciare a comprenderlo.
Si aggiunge all’incrocio di queste due terre così lontane l’influenza di una parte della mia famiglia che ha girovagato fra l'Africa e l'Irlanda, portando con sé altri profumi, sapori e tradizioni che si sono intrecciati al resto.
Sono una meticcia e come tale, anche a tavola, sono stata cresciuta
I piatti della mia tradizione variano: dalla caponata al riso al curry, dalle lasagne con il radicchio alla parmigiana di melanzane.
Fino a un certo punto la cucina non è stata per nulla importante, anzi, in tarda adolescenza consideravo mangiare un’attività ludica quando lo facevo con gli amici, confortevole quando mia madre metteva in tavola i suoi piatti deliziosi e noiosa quando, invece, dovevo essere io a provvedere a me stessa.
Poi è avvenuto un cambio di rotta determinante e inaspettato, del quale attribuisco il merito a un libro di Csaba dalla Zorza che ho acquistato completamente ignara di ciò che avrebbe innescato.
Eventi e incontri arricchiscono il nostro bagaglio, nel bene o nel male, e guidano la nostra rotta
Un giorno ero all’Ikea insieme a mamma e nonna: mi piaceva andarci, ma nonna rallentava così tremendamente il passo che in quella specifica occasione mi ritrovai a rovistare annoiata nel reparto libri, dove adocchiai un manuale dedicato al Natale. Lo portai a casa - un premio per essere stata così paziente - e quel pomeriggio lo lessi tutto dun fiato, avvolta dal profumo di candele alla vaniglia SINNLIG.
In quel libro, scoprii, non si parlava solo di decorazioni e ghirlande, ma c’era anche un paragrafo dedicato alle ricette.
Ecco perché il cibo va prima di tutto amato
Era chiarissimo fra le righe cosa mi aveva inaspettatamente folgorato del cibo: è un mezzo di comunicazione e io, cresciuta con la passione per le arti, che hanno determinato anche tutto il mio percorso di studi, mi ero persa, fino ad allora, uno fra i più potenti veicoli espressivi che esista.
Il weekend successivo vennero a trovarmi un paio di amiche e, invece della solita pizza da asporto, decisi di cucinare per loro. Il Gratin di patate dauphinoise mi sembrava abbastanza semplice e, poi, i tartufi al cioccolato fondente.
Il gratin venne inspiegabilmente acquoso a dire il vero, ma i tartufi non si possono nemmeno raccontare: vietati ai minori di quattordici anni.
Cominciai ad acquistare libri di cucina e studiavo, sperimentavo, finché non decisi di far diventare il cibo anche il tema della mia tesi di laurea per l’Accademia di Belle Arti, che scrissi lavorando sul testo del Maestro Gualtiero Marchesi e di Luca Vercelloni: La tavola imbandita.
Da allora non ho mai smesso di acquistare libri di cucina
E sognare di fondere cibo e scrittura in un unico mezzo d’espressione, che potesse rappresentarmi completamente.
Qualche anno fa ho deciso di compiere un ulteriore passo e diplomarmi alla Food Genius Academy di Milano, dove ho compreso quanto dura possa essere la vita in una cucina professionale e il potere dell’unione di un gruppo di persone che, grazie a una forte passione comune, alla collaborazione e a una divisa che le colloca tutte sullo stesso piano, possono davvero dar vita a piatti gustosi e rapporti umani preziosi, la mia brigata.
Vorrei trasmettervi la mia passione per il cibo.
Questo spazio online sarà il megafono che amplificherà la voce delle mie idee, una raccolta di ricette e di parole scritte fra cibo e dintorni.
Non nascondo che la mia speranza più intima sia quella di muovere la passione che cambia dentro, lasciare un segno profondo anche solo in una delle persone che mi leggerà.