The Floral Project: intervista ad Annalisa Massaria de La Fattoria delle erbe
The Floral Project è un'avventura. Io e Valeria ci stiamo immergendo nel mondo dei fiori, in cucina e fuori dalla cucina. Qualche settimana fa siamo andate a conoscere Annalisa Massaria de La Fattoria delle Erbe, che coltiva fiori eduli in modo naturale. Questa è la sua storia.
Il giardino segreto di Annalisa Massaria
Questa cosa con i fiori sta prendendo una piega sempre più interessante, ma d'altronde è così: inizi con il garbo di chi è solamente curioso, finché l'entusiasmo ti spinge in luoghi che non avresti nemmeno potuto immaginare.
Io e Valeria abbiamo conosciuto Annalisa di mattina, ci ha accolto insieme a Rudolph, il suo splendido levriero sardo, guida silenziosa e gentile che ci ha seguito lungo tutto il tour della fattoria. Ci siamo immerse con loro in un giardino colorato e caldo, dove potevamo sentire solo il ronzio degli insetti, lavoratori a dir poco puntuali, che lì hanno parecchio da fare.
Abbiamo fatto molte domande e infinite foto. Incantate da una bellezza quasi surreale, ogni tanto dovevamo posare telefono e macchina fotografica e ricordarci di annusare, assaggiare, toccare. Annalisa ci ha raccontato il suo lavoro, senza tralasciarne anche le difficoltà e l'impegno, e poi ha riempito un cestino di fiori che ci siamo portate a casa per preparare dei crostoni colorati e una rinfrescante acqua aromatizzata.
Intervista ad Annalisa Massaria de La Fattoria delle erbe
Come nasce Fattoria delle erbe?
È un progetto che ha avuto inizio 15 anni fa, nato dalla voglia di creare un ambiente dove la biodiversità regni sovrana e tutto sia coltivato in modo naturale, perché viene mangiato, certo, ma soprattutto per il rispetto che nutriamo nei confronti dell’ambiente. Questo talvolta significa imbattersi in problematiche difficili da risolvere, perdendo anche parte del prodotto, ma è l’approccio che ci piace mantenere e che, a lungo termine, ci sta dando molta soddisfazione.
Quanto tempo ci è voluto per arrivare a questo risultato?
I primi anni la biodiversità era indubbiamente inferiore, adesso ogni specie animale o vegetale è utile a mantenere l’equilibrio. Abbiamo dovuto lavorare molto sulla fertilità del terreno. Una volta qui una parte era giardino, l’altra il campo di un maneggio. Il terreno è parecchio argilloso e pesante: col caldo crepa, danneggiando l’apparato radicale. Con la pioggia, invece, si inzuppa moltissimo, diventando quasi melma. Ogni anno abbiamo portato hummus al terreno con il prodotto naturale: tutto lo scarto che non raccogliamo diventa compost che reintegriamo al terreno. Non lo lasciamo mai scoperto, nemmeno quando finisce una coltura, anzi, mettiamo sempre in copertura con specie che si susseguono una dopo l’altra.
Com’è nata l’idea dei fiori eduli?
Siamo partiti con una trentina di varietà, che erano quelle che un tempo si reperivano naturalmente nelle nostre campagne, come malva, fiordaliso, camomilla, papavero e pimpinella. Poi, ogni anno abbiamo inserito specie nuove, adeguate chiaramente al nostro habitat.
Ci è capitato anche di piantare qualche specie in un posto dove non ha attecchito, ritrovandocela l’anno successivo da tutt’altra parte. È accaduto con la borragine, ad esempio, che ha deciso in autonomia di collocarsi sotto gli alberi da frutto e ora è rigogliosissima. Non è un caso, la borragine lavora in sinergia con l’albero da frutto, migliorando addirittura l’allegagione dei frutti.
Ma l’amore per la coltivazione ti è stato trasmesso in famiglia?
No assolutamente, non vengo da una famiglia di coltivatori. A me la natura è sempre piaciuta, uno dei miei passatempi preferiti era passeggiare per le campagne, finché ho deciso di studiare le tipologie di fiori e piante che vedevo, scoprendo quale mondo incredibile e vasto vi fosse dietro.
Come hai imparato a usare i fiori eduli in cucina e a combinarli fra loro?
Direi sperimentando. Ne annuso l’aroma, mi dico: “Ok, proviamo” e se il risultato mi soddisfa ripeto l’abbinamento. Ci è voluta un po’ di pratica.
Qual è il vostro cliente tipo?
Noi forniamo la ristorazione, ma abbiamo anche una linea di prodotti trasformati che acquista anche il privato, per esempio risotti, praticissimi perché puoi cuocerli aggiungendo semplicemente un po’ di brodo vegetale, paste alle erbe e ai fiori, zucchero e sale aromatizzato. C’è chi trova strano mangiare i fiori, ma se ci si pensa in realtà è qualcosa che si è sempre fatto prima che qui da noi se ne perdesse totalmente l’abitudine. Per questo i nostri sono prodotti che vanno anche ben raccontati.
C’è poi tutta una linea di cosmesi naturale: olio corpo, crema viso, balsamo labbra. Ovviamente tutto senza l’uso di sostanze di derivazione chimica.
Credits: Facebook
Oltre ai fiori eduli proponi bouquet di fiori secchi.
Sì, bouquet, ghirlande e composizioni. In un’epoca in cui la casa rimane chiusa quasi tutto il giorno perché trascorriamo il nostro tempo al lavoro, il fiore secco è il giusto compromesso per godere della bellezza della natura senza doversene troppo curare: non ha bisogno né di luce, né di acqua.
Spesso organizziamo anche laboratori creativi, perché con i fiori secchi si possono realizzare tante cose belle.
Dove trovate Annalisa
La sua fattoria si trova a Basalghelle, in via Baite, 40. Prima di andare a trovarla vi consigliamo di farle una telefonata al numero 339 746 3831.
Seguitela su Facebook e Instagram e date un'occhiata al suo shop online, dove potrete anche acquistare alcuni dei suoi prodotti.
Credits: Facebook
Valeria Piludu
Rosaeturchese
La cosa che amo di più di Valeria è la sua necessità di fare arte. La amo perché la condivido. La fame non è solamente quella che ti spinge ad aprire la dispensa a caccia di uno spuntino, chi è cretivo necessita di nutrirsi costantemente di bellezza, sotto tutte le forme possibili. Questa bellezza è l'ingrediente essenziale per restituire al mondo qualcosa di altrettanto bello e unico, come sono belli e unici i quadri di Valeria. Guardandoli comprenderete perché abbiamo deciso di cucinare con i fiori, che sono il suo soggetto principe, la sua affezionata musa.